La meccanizzazione della vendemmia è difficile da realizzare perchè la vite è una pianta che cresce irregolarmente.
E’ agevole effettuare con le macchine il raccolto del grano, precedentemente seminato in modo regolare da altre macchine e in modo altrettanto regolare cresciuto, ma una macchina vendemmiatrice, per eseguire una vendemmia efficiente, è certamente più complessa.
Sono comunque stati realizzati allo scopo alcuni tipi di macchine, adatti a particolari sistemi di allevamento, che compiono un’operazione accettabile. Tra le numerose macchine proposte ricordiamo quella, semiautomatica, funzionante per aspirazione. Con essa l’operatore pone sotto il grappolo una specie d’imbuto terminante con una tubazione collegata a un recipiente di raccolta. Una forte corrente aspirante stacca gli acini, che vengono convogliati, attraverso il condotto, nel recipiente di raccolta, lasciando il raspo attaccato alla pianta.
Un altro sistema, attuabile con filari di vite a pergolato, è quello della cosiddetta barca e consiste nel trainare mediante un trattore un ampio recipiente (una specie di vasca) dotato di ruote e predelle. I vendemmiatori, stando in piedi sulle pradelle, tagliano i grappoli d’uva e li fanno cascare nel recipiente. E’ questo, in pratica, un sistema di meccanizzazione semiautomatico che riguarda più il trasporto dell’uva che la vendemmia vera e propria, ma si è rivelato assai efficace, anche perchè, se da un lato fa risparmiare fatica ai vendemmiatori, dall’altro impone loro, per il lento ma continuo movimento del trattore, un ritmo di lavoro regolare e costante, quasi da catena di montaggio, facendo piazza pulita, purtroppo, di quell’atmosfera da festa agreste che caratterizzava una volta il momento della vendemmia.
Ma i tempi cambiano e sembra che in un mondo i cui ritmi sono sempre più convulsi e nevrotici lavorare in letizia sia ormai da considerarsi anacronistico. La vendemmia esclusivamente manuale è comunque ancora largamente praticata, specie in quei vigneti impervi, a mezza costa, sui monti o in collina, dove anche i recipienti carichi dell’uva vendemmiata non possono che essere trasportati a spalle o, nel migliore dei casi, a dorso di mulo